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Guardare Whitney pensando a Prince

In questi giorni di relax al cinema c’è il film “Whitney Houston – I Wanna Dance With Somebody” (link imdb), intitolato in italiano: “Whitney – Una Voce Diventata Leggenda” (ma chi è che banalizza in italiano dei film stranieri?). Il film, uscito a 10 anni dalla sua morte e a 30 anni dal film The Bodyguard, rientra nella categoria delle biografie (o biopic) e, considerando l’argomento, diventa ben presto un film musicale. Non manca il dramma, perché sono diversi i momenti dove si ricostruiscono le performance canore di Whitney incrociando le note vicende che hanno segnato la sua vita personale. Anche se è capitato, non è mio costume parlare di altri musicisti in queste pagine dedicate a Prince. Con Whitney Houston faccio un’altra eccezione con questo post che potete leggere qui.

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Manca sempre uno per fare trentuno (ventuno)

Canta Tu

Tratto dal mio libro: “Manca sempre uno per fare Trentuno (Ventuno)”

Nel 1989 nella mia vita c’era solo la musica. C’era solo scrivere canzoni e suonarle. Avevo separato le mie strade dall’amico che voleva suonare con me e ne avevo trovato un altro che sembrava avere tutte le caratteristiche per diventare la mia principale ispirazione: Prince. Di Prince non m’interessavano molto le escursioni erotiche, le conquiste femminili o le immagini effeminate che trascinava con se. Mi interessava il suo modo di approcciare lo strumento musicale, quale che fosse. Avevo una sensazione: Prince aveva già capito tutto e poteva insegnarmelo.

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…ma alla fine, come si omaggia Prince?

Ad aprile di quest’anno ho scritto un post dal titolo emblematico: “…ma alla fine, com’è fare il fan di Prince?” dove ho provato a raccogliere quelle poche emozioni residue, che fanno parte del mio essere fan di Prince nell’anno 2022. I recenti avvenimenti mi hanno suggerito di scrivere una seconda parte di quell’articolo, considerando articoli, libri e documentari che sono usciti su Prince; sono spesso prodotti solo per fare qualche euro e non omaggiano Prince. Vediamo perché.

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Manca sempre uno per fare trentuno (ventuno)

Questi sono i giorni del selvaggio

Tratto dal libro: “Manca sempre uno per fare Trentuno (Ventuno)”

Dopo il fallimento della sbornia pop dei primi anni 90, Prince aveva deciso di tornare a fare una musica più cruda. Più simile a un chissene. Con Diamonds and Pearls aveva inseguito i voleri degli avvocati della Warner e in termini di crana qualche risultato l’aveva ottenuto. Una maggiore presenza nei media con conseguente successo nelle classifiche. Nuovi collaboratori, forse più prolifici, ma meno di talento. Levi Seacer Jr sapeva il fatto suo quando venne assunto a tempo pieno come direttore musicale e autore, ma l’effetto globale sulla musica di Prince era sconcertante per quanto fosse diventata banale e ripetitiva. Solo quando Prince tornava a gestire le cose in prima persona si sentiva che le note uscivano dal suo apparato dirigente, altrimenti avevano qualcosa di stantio, di già sentito e (a volte) di inutile. Diamonds and Pearls era sempre con me. Avevo ottenuto un lettore cd portatile e non uscivo mai senza. Saltavo alcune tracce, Prince ti chiedo scusa, ma chi non l’ha mai fatto? Intanto leggevo la biografia A Pop Life e mi domandavo: «ma mentre Prince faceva Purple Rain, 1999 e Dirty Minds io dove ca**o ero?»

Con la musica di Prince c’era la netta sensazione che arrivasse direttamente dalla sua camera da letto senza finestre. O dal suo intestino. O dalla sua pancia. Non c’erano filtri. Paisley Park era diventato il luogo dove la creazione aveva inizio e grazie agli strumenti elettorali che si usavano all’epoca veniva trasportata a casa mia. Nella mia cameretta io lo ascoltavo e come in un messa di mezzanotte abbracciavo le cuffie sulle mie orecchie chiudevo gli occhi e ero lì con lui sul palco di Glam Slam. Guardami negli occhi Prince. Non avevo a disposizione la rete per capire queste cose. Oggi ho troppe informazioni e dimmi cosa è vero.

Negli anni 90, l’ho già raccontato?, passavo in rassegna tutti i negozi di cd di Milano per trovare remix ed edizioni speciali. Tre volte all’anno si materializzavano i crucchi a Novegro e ci vendevano le dosi della droga, cioè i bootleg dei concerti. Finì così che mi ritrovai tra le mani il Minneapolis 1994, il nastro l’ho consumato a forza di ascoltarlo sotto la doccia, fingendo di suonare l’assolo di chitarra. Il Prince che ne esce è quello incazzato che ha una gran voglia di chiarire le cose come stanno. Tanto simile a quello del Black Album. Io stesso (storia vera) mi ero imbattuto in un diversamente etero che, sentendomi citare l’introduzione di Lovesexy (“Rain is wet, sugar is sweet”), mi aveva riportato le parole delle Girls Bros: «Guarda che Prince è gay! me l’hanno detto Wendy e Lisa».

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Una nuova pagina del sito

Ciao, un veloce post per ricordarti che è nata una nuova pagina del sito che si chiama: i testi di Prince in italiano con commento, la trovi qui: https://trentunoventuno.com/i-testi-di-prince-in-italiano-con-commento/

In questa nuova pagina trovi alcuni brani di Prince che ho tradotto in italiano con commenti legati alla sua storia e ad alcune frasi e parole sconosciute in italiano.

Per ora trovi le traduzioni di:
– Dolphin (come noto, il mio brano preferito)
– Roadhouse Garden
– Compassion
– Family Name
– The Everlasting Now
– Welcome 2 America

Il lavoro è un po’ lungo da fare, ma piano piano qualcosa succederà.

La pagina la puoi raggiungere cliccando qui: https://trentunoventuno.com/i-testi-di-prince-in-italiano-con-commento/

Fammi sapere cosa ne pensi, grazie.

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La storia del Blue Tuesday

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

Clicca qui per ascoltare il podcast

Il primo di dicembre 1987

Su una cosa siamo tutti d’accordo: il periodo che va da For You a Lovesexy è il momento più interessante di Prince. Come mai Prince dopo il Lovesexy abbia perso il suo tocco magico non è facile da comprendere. Da allora, Prince perde l’iniziativa, lascia ad altri musicisti di minore talento il controllo delle produzione e degli arrangiamenti. Diventa più uomo d’affari e meno musicista.

Ma cosa è successo prima?

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