Muore all’età di 83 anni il compositore Clare Fischer; Clare ha accompagnato con gusto la musica di Prince e le armonie jazz dei Revolution. E’ stato uno degli artefici di quel suono così colorato ed espressivo che rese Prince immortale.
Riprendo, grazie a Prince.org, un’intervista che Clare diede a housequake.com:
Come hai iniziato a lavorare con Prince?
C’era un gruppo chiamato Chaka Khan and Rufus, mio nipote era il batterista. Così sono entrato nel mondo del pop e l’ho usato all’ennesima potenza.
Quando lavori ad un arrangiamento per Prince, quali strumenti usi di solito? Qualche stranezza da segnalare?
Come scrittore il mio strumento preferito è l’orchestra sinfonica, anche se ho scritto per altri tipi. La mia relazione con Prince è che lui ha sentito ciò che avevo scritto per Rufus e Chaka Khan, anche se non ero proprio un musicista rock, perché era uscita la mia parte più classica.
Quindi, la notizia che tu e Prince non vi siete mai incontrati è vera? L’hai mai visto dal vivo?
Non ho mai incontrato Prince, qualcuno gli ha chiesto se voleva incontrarmi e lui ha risposto: “non voglio incontrarlo, le cose vanno bene così”. L’ho visto suonare ai Grammy del 2004, quando ha usato uno dei miei arrangiamenti.
Puoi descrivere come collaborate con Prince? Lui ti manda un brano completato dove tu aggiungi il tuo arrangiamento, oppure se ne discute prima? Ti da delle istruzioni?
Prima di tutto, lui mi lascia libero. E’ un uomo intelligente, quando assume qualcuno non interferisce con il suo prodotto. Prince è molto disponibile da questo punto di vista. Oltre ad essere un compositore jazz, ho scritto per strumenti classici, cosa che non appartiene agli autori jazz, che hanno un concetto non classico del suono. Lui mi manda un nastro della sua registrazione e lì interviene mi figlio Brent che la trascrive. A quel punto io scrivo il mio arrangiamento in corrispondenza con la sua trascrizione.
Quale fu la più difficile tra le collaborazione con Prince? Ce n’è stata una in particolare?
No, specialmente all’inizio una delle caratteristiche migliori era che lui mi lasciava libertà e spazio nel dare giudizi.
Qual è il tuo lavoro preferito di quelli fatti con Prince?
Mi piace molto scrivere per gli archi e uno dei problemi è pagare i musicisti in studio; si hanno dei budget così bassi che non si possono assumere grandi sezioni di archi. Prince i soldi li spende e così io ho potuto scrivere per grandi orchestre d’archi.
Hai lavorato con altri grandi musicisti come Paul McCartney, Tori Amos, Michael Jackson e Natalie Cole. Che differenze ci sono rispetto al tuo lavoro con Prince?
La libertà che lui ti lascia. La maggior parte delle persone ti dice esattamente ciò che vogliono per un arrangiamento, ma senza essere dei compositori, così c’è sempre un imposizione dei limiti. Un compositore deve combattere per ciò che fa. Ancora peggio quando c’è anche un produttore, che pensa di avere un’orientamento speciale. Come confrontare mele e banane. Penso di essere stato accettato da Prince grazie agli anni di esperienza professionale che ho nel mio bagaglio.