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Intervista a Carlo Boccadoro

Come un fulmine a ciel sereno, a marzo di quest’anno è uscito un libro italiano su Prince. Non un libro scritto da un fan qualsiasi, ma dal compositore e direttore d’orchestra Carlo Boccadoro.

Il libro s’intitola “Bach e Prince – Vite Parallele” ed è pubblicato dall’Einaudi di Torino nella collana “Stile libero VS”.

Grazie alla casa editrice Einaudi, abbiamo potuto contattare il Maestro che si è prestato nel rispondere alle nostre domande.

Quando ha scoperto Prince, da compositore cosa l’aveva colpita?

Direi la forza immediata e l’originalità delle sue idee musicali nonchè l’abilità con cui riesce a realizzarle.

Quale era la forza degli arrangiamenti di Clare Fischer sulla musica di Prince?

Fischer è un ottimo jazzista e la sua scrittura è sempre molto elegante dal punto di vista armonico. L’interesse del suo lavoro con Prince consiste nel modo assai poco ortodosso con cui Prince stesso utilizzava le partiture di Fischer, spesso sovrapponendole su differenti brani di tonalità diversa rispetto a quelli per cui erano stati scritti creando così effetti politonali e stridenti di notevole intensità.

Ci sono delle costanti nelle strutture compositive di Prince?

No, il suo modo di scrivere musica è in evoluzione costante lungo tutta la propria carriera.

Qual è stata il maggiore contributo di Prince alla musica?

Nessuno può rispondere a questa domanda ora, lo decideranno semmai i posteri.

Se Bach fosse vissuto ai tempi di Prince, avrebbe seguito le orme di Prince usando l’elettronica?

Anche questo nessuno può dirlo, di sicuro Bach provò a suonare i primi esempi di fortepiano a martelli (che daranno successivamente vita al pianoforte come lo conosciamo oggi) e ne diede un giudizio molto negativo, dato che era molto
affezionato alle sonorità del clavicembalo. Quindi non ho idea di quello che avrebbe fatto con strumenti più moderni.

Qual è stata la reazione dei lettori e di chi l’ha intervistata al libro?

Fino ad ora ho avuto praticamente tutte reazioni positive e molto incuriosite (tranne un signore su Amazon che mi ha dato un giudizio molto negativo, ma va bene così).

Le proponiamo 3 canzoni e un album: 17 Days – How don’t U call me anymore – Another lonely Xmas e tutto l’album Piano e Microphone 1983. Come giudica lo stile al piano di Prince? Che stile è?

Non è uno stile ben preciso, direi che si tratta di un modo di utilizzare il pianoforte molto percussivo che sostituisce la sezione ritmica mancante, non ha nulla di lirico o cantabile. Prince non aveva un suono “bello” come quello di Bill Evans o Herbie Hancock e non era neppure un virtuoso della tastiera ma utilizzava il pianoforte (e anche qualsiasi altro strumento) unicamente per quello che serviva a realizzare le canzoni al meglio.

Cosa si aspetta dalla serie di Netflix su Prince?

Niente.

Cosa pensa del lavoro che Prince Estate sta facendo sui brani provenienti dal Vault?

Mi sembra eccellente. Michael Howe è davvero bravo e tutte le uscite a partire dal box di 1999 hanno un’ottimo rapporto qualità/prezzo, il che in tempi di sfruttamento selvaggio e cinico dei consumatori da parte delle case discografiche non è cosa da poco. Ho l’impressione che stiano custodendo la memoria di Prince nel modo migliore.

Come giudica l’apporto di Wendy e Lisa nella composizione di Prince?

Sono state delle ottime collaboratrici, ma come sempre nel mondo di Prince tutti sono utili e nessuno è indispensabile (tranne Prince)

Prince perde qualcosa quando smette di collaborare con Wendy & Lisa?

Non credo.

Dagli anni 80 agli anni 90, qualcosa cambia nella produzione di Prince. Per l’ascoltatore comune cosa cambia?

I riferimenti musicali ritmici, melodici e armonici diventano sempre più sofisticati, con atmosfere legate al jazz e alla fusion che allontanano definitivamente Prince dal pubblico rock e pop, che predilige invece strutture assai più elementari e meno
impegnative all’ascolto.

Alla musica di Prince si associa spesso l’aggettivo “difficile” quando la facciamo ascoltare agli amici che non la conoscono. Eppure le melodie sono orecchiabili. Cos’è difficile nella musica di Prince?

Il continuo cambio di stili che spesso si sovrappongono tra loro in un continuo caleidoscopio di allusioni musicali. Difficile mettere Prince in una comoda categoria, il grosso pubblico e le radio pop vogliono troppo spesso avere la pappa pronta per non dover compiere alcuno sforzo di comprensione.

Nella struttura e nella costruzione della musica di Prince si può parlare di canzoni o c’è qualcos’altro?

Si può assolutamente parlare di canzoni, che però spesso utilizzano forme diverse o ampliate rispetto a quelle classiche della forma-canzone.

Arrangiamenti complessi: perché non vede un lavoro sinfonico basato sui brani di Prince? Forse non tutto il catalogo, ma è molto esteso. Alcuni brani si presterebbero.

Assolutamente no. I tentativi di rendere “sinfonica” la musica non nata per questo scopo (dai Beatles a Queen e Pink Floyd) sono tutti orrendi, grotteschi e invariabilmente di pessimo gusto. Meglio lasciare Prince alle sua sonorità originali.

Qual è l’influenza del padre musicista di Prince? Dove si ravvede in modo evidente? Agli inizi della carriera?

In generale il padre rimane un modello per l’intera carriera di Prince, che lo vedrà sempre come punto di riferimento nonostante la mancanza di incoraggiamento da parte del genitore (o forse proprio per questo? Chissà. Ci vorrebbe uno
psicanalista per saperlo)

Cosa pensa dei testi dei brani di Prince?

Dipende dai vari periodi. Alcuni brani sono ottimi, altri pessimi, altri ancora funzionali per quello che devono comunicare. Comunque in generale credo che l’interesse portante della produzione di Prince stia nella musica e non nei testi.

I testi di Prince sono stati sminuiti dall’importanza che è stata data all’estetica da parte di Prince?

Non direi.

Cosa pensa dell’autobiografia di Prince? Bella l’idea di creare un manuale per i creativi, ma secondo lei come avrebbe dovuto affrontare questo argomento?

Prince ha scritto solo un capitolo in gran fretta, quindi non attribuisco a quel libro nessun valore, è solo una furbissima operazione commerciale della casa editrice.

Cosa pensa della ritmica di Prince?

Pur essendo pressoché interamente derivata da altri autori (Sly Stone, Stevie Wonder, George Clinton, Bootsy Collins, la Motown, ecc.) viene sintetizzata da Prince in modo personalissimo e assolutamente irresistibile.

Qual è il valore della musica di Prince suonata rispetto a quella che lui produce da solo al computer?

Personalmente ritengo sempre di livello superiore la musica suonata da musicisti viventi rispetto a quella creata con delle macchine, per sofisticate che siano.

Un neofita quale album di Prince dovrebbe conoscere?

Il secondo album (Prince), Dirty Mind, 1999, Sign ☮️’ the Times, The Rainbow Children, One Nite Alone.

Se avesse conosciuto Prince, quale domanda gli avrebbe posto?

Non ne ho idea, probabilmente nessuna visto il carattere elusivo di questo Artista.

Se potesse parlare con un collaboratore di Prince, chi le piacerebbe intervistare?

Morris Day.


Grazie a Paola Novarese della casa editrice Einaudi.