Ho scovato questo pensiero sul Prince di oggi, che vi riporto.
Non è farina del mio sacco, ma è ampiamente condivisibile.
Penso che la nobiltà dell’artista sia la sua capacità di scomparire, mettendo la sua persona a servizio dell’arte; il successo che ottiene non lo deve mai distrarre da questa ricerca. Questa volta, però, ho difficoltà a capire: Prince, quando ha cessato di servire la sua arte per godere di gloria personale? Non che io sia mai stato indifferente alla sua fama, ma la vanità deve servire un’arte innovativa e stimolante. Quello di cui abbiamo in questi tre nuovi CD è la eco dei suoi album più ispirati. Qualunque sia la bevanda, in passato era in stato di ebbrezza, adesso continua a rifare le stesse cose. Il suo talento è diventato così vecchio come quello di un pazzo, che declina all’infinito una formula matematica scoperta durante la gioventù. Quelli che hanno sete di nuove conquiste troveranno la loro felicità altrove.
Prince non vuole diventare adulto; il suo mondo ruota intorno a temi adolescenziali: la scelta delle sue conquiste femminili è sempre motivata da criteri superficiali, la febbre per il sabato sera; il rapporto con un genitore, non come un vecchio saggio, ma al quale si deve chiedere l’autorizzazione o viceversa da cui bisogna sfuggire. C’è molta preoccupazione, sarà per questo che cura con attenzione il suo aspetto fisico (ad esempio nel libro 21 Nights).
Prince sbaglia come molti altri: la bellezza non è una foto, la bellezza è armonia. Penso di Jim Morrison che, senza alcun calcolo, è passato da una bellezza cristiana a quella di un barbuto, senza perdere il suo carisma. Prince dovrebbe prendere tutto il tempo per fare bene il suo lavoro e concentrarsi sulla sua arte. Lavorare sulla tensione (in bilico tra realtà e fantasia) per creare un riferimento evidente nei suoi sostenitori.
Ma forse, ha ragione mio figlio di quattro anni: “Papà non è grave …”
Non è farina del mio sacco, ma è ampiamente condivisibile.
Penso che la nobiltà dell’artista sia la sua capacità di scomparire, mettendo la sua persona a servizio dell’arte; il successo che ottiene non lo deve mai distrarre da questa ricerca. Questa volta, però, ho difficoltà a capire: Prince, quando ha cessato di servire la sua arte per godere di gloria personale? Non che io sia mai stato indifferente alla sua fama, ma la vanità deve servire un’arte innovativa e stimolante. Quello di cui abbiamo in questi tre nuovi CD è la eco dei suoi album più ispirati. Qualunque sia la bevanda, in passato era in stato di ebbrezza, adesso continua a rifare le stesse cose. Il suo talento è diventato così vecchio come quello di un pazzo, che declina all’infinito una formula matematica scoperta durante la gioventù. Quelli che hanno sete di nuove conquiste troveranno la loro felicità altrove.
Prince non vuole diventare adulto; il suo mondo ruota intorno a temi adolescenziali: la scelta delle sue conquiste femminili è sempre motivata da criteri superficiali, la febbre per il sabato sera; il rapporto con un genitore, non come un vecchio saggio, ma al quale si deve chiedere l’autorizzazione o viceversa da cui bisogna sfuggire. C’è molta preoccupazione, sarà per questo che cura con attenzione il suo aspetto fisico (ad esempio nel libro 21 Nights).
Prince sbaglia come molti altri: la bellezza non è una foto, la bellezza è armonia. Penso di Jim Morrison che, senza alcun calcolo, è passato da una bellezza cristiana a quella di un barbuto, senza perdere il suo carisma. Prince dovrebbe prendere tutto il tempo per fare bene il suo lavoro e concentrarsi sulla sua arte. Lavorare sulla tensione (in bilico tra realtà e fantasia) per creare un riferimento evidente nei suoi sostenitori.
Ma forse, ha ragione mio figlio di quattro anni: “Papà non è grave …”