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Venti21

Illustration by Natasha Remarchuk from Ouch!

Meglio un blog o la presenza sui social media? Meglio stare lontano da Instagram o farsi coinvolgere dagli amici che ti sottopongono le foto (storte) del mare per un tuo like innocente 👍 ? Quando (nel 2003!) iniziai a scrivere su Prince non avevo le idee chiare su come farlo. Sapevo che esisteva (da poco) il mondo dei blog ed era la maniera più facile per pubblicarmi, senza fronzoli e ripercussioni sulla mia reputazione. Ma perché farlo? Perché volevo fare parte di quella onda di fan di Prince (io sono un fan di Prince, non uno storico o un biografo della sua vita, quello è un altro, io non mi sono rifatto il naso) e creare interesse con qualcosa di mio. Dovessi iniziare di nuovo, oggi non userei il blog: sfrutterei il mio bel muso 🐈 per andare su Instagram o su Youtube? Non credo; non ho mai avuto l’intenzione di mostrarmi (eppure ne avrei di cose da imparare).

Nel 2021 il post di Facebook che ha avuto più “mi piace” è stato un video. Il video che abbiamo girato a metà aprile quando siamo andati all’Idroscalo di Milano dove si trova l’albero che abbiamo fatto piantare in ricordo di Prince. Godetevi qui sotto il video.

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blog · Traduzione

Prince: desiderio e libido

Gaviscon (preventivo)

Insomma… è la vigilia e – a differenza degli altri anni – la trascorro tranquillo, aspettando che il reflusso faccia il suo corso. Vaccinato sono vaccinato, tetravalente e modeRNA, mi rimane da scrivere un post per Trentuno Ventuno. Sul sito mdzol.com ho trovato un bel articolo che merita di essere tradotto (e editato) e che è il nostro (piccolo) regalo: buona lettura. S&G

Ci sono tanti grandi artisti di cui non potrei mai appassionarmi, so che sono enormi e super talentuosi ma non so perché mi costa ascoltarli: un misto di pigrizia e un suono che al primo ascolto non mi fa innamorare , Non potrei mai entrare in quelle porte. Mi capita con artisti come Patti Smith, Dave Mathews o Joni Mitchel, per dirne alcuni. Sono come quei difetti che uno ha, che vuole superare ma non può. Per questo mi è venuto in mente che sarebbe bene approfittare di questo spazio per chiedere ad alcuni amici di consigliarmi quegli artisti che mi potrebbero piacere. Oggi parto per vedere la famiglia ed è per questo che ho chiesto a Vicu Villanueva , cugina e amica, compositore, influencer e molto abile con la musica che mi parlasse di Prince, che so che ama. 

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blog · podcast

Do Me, Baby

Il brano controverso di Controversy

Clicca qui per ascoltare questo post come podcast. Se poi hai Spotify clicca qui così ti puoi ascoltare il testo con le canzoni.

Prince Estate ha ben celebrato l’album Controversy di Prince che usciva 40 anni fa, il 14 ottobre 1981. In collaborazione con Warner Record, hanno scovato qualcosa di speciale nel Vault di Prince a Paisley Park. Si tratta della demo solitaria del 1979 della slow jam strappamutande “Do Me, Baby”. Un inedito che era il fulcro dell’album Controversy, siamo nel 1981, ma Prince aveva registrato la canzone anni prima.

Una prima versione di “Do Me, Baby” con André Cymone alla voce solista era stata registrata il 17 febbraio 1979 al Music Farm Studios di New York, durante una giornata di sessioni guidate da Pepé Willie. Pepe Willie ricorda: Tony Silvester mi ha chiamato in cerca di musicisti e gli ho detto: “Guarda, ho due musicisti che possono suonare di tutto”. Così Tony ha portato me, Prince e André a New York e ci ha ospitato all’Hilton Hotel. Prince aveva iniziato a scrivere “I Feel For You” al pianoforte. Mentre Andre aveva suonato “Do Me, Baby”. Per quanto mi ricordo, Andre Cymone ne era l’autore perché ce l’aveva proposta. Quando siamo tornati da New York, Prince ha rivendicato la canzone perché l’ha messa su Controversy. A quel punto Andre è venuto da me e ha detto: “Pepe, ti ricordi che abbiamo fatto quella canzone a New York e che era una mia canzone?” E ho detto: “Sì, mi ricordo”.

Ad aprile del 1979 Prince ha completamente reinventato la traccia durante le sessioni di registrazione agli Alpha Studios di North Hollywood, con sovra-incisioni aggiunte nello stesso periodo alla Hollywood Sound Records. Quel master tape multitraccia da due pollici, un mix su cassetta – scoperto di recente nel Vault di Prince e firmato con la sua calligrafia – era stato preparato, ma alla fine accantonato. Questa versione speciale di “Do Me, Baby (Demo)” è stata appena mixata per corrispondere alle specifiche della cassetta demo originale dall’ingegnere Chris James e masterizzata da Bernie Grundman. Ed è quella che possiamo ascoltare oggi.

Come era tipico di Prince, avrebbe rivisitato di nuovo la canzone nel giugno 1981 all’Hollywood studio e al Sunset Studio ad agosto. Erano passati due anni. A quel punto avrebbe creato una versione nuova di “Do Me, Baby”. Avrebbe rivisto la melodia, mostrandoci cosa significava per lui avere raggiunto una maturità artistica.

Su NME, rivista britannica, “Do Me, Baby” viene riassunta nel 1981 così: Ricorda, nella loro scia scivolosa, artisti del calibro degli Imagination, ma lui è molto meglio. Prince arriva completo di una discordia, gettando a mare l’elaborato arrangiamento e tremando in un silenzioso bagliore. È Smokey Robinson che canta cose oscene ai raggi di luna, la lussuria che implora amore; le tracce sul cuscino non sono le sue lacrime. Vuole fare molto di più che metterci la lingua sulla guancia? Non sono sicuro che voterei per lui se lo facesse. Prince è in definitiva conservatore, ma temporaneamente valoroso; è funk?

Durante i concerti, “Do Me, Baby” diviene un momento di passione con il pubblico. Così raccontano le cronache del concerti di novembre del 1981: “Non mi lasci altra scelta”, dice Prince mentre inizia a togliersi i suoi vestiti verso la fine di “Do Me, Baby”. Come previsto, il pubblico risponde con selvaggio entusiasmo. Prince si mette davvero in gioco: “Beh, non mi lasci scelta. Cosa stai guardando? Hai intenzione di sederti lì e guardare? Va bene… non vuoi chiudere gli occhi? Per favore, piccola, chiudi gli occhi. Quanto vuoi che mi spinga? Vado fino in fondo?!”

Jim Miller nel pezzo ospitato su Newsweek del 22 dicembre 1981 intitolato “Il cattivo principe del rock” la vede così: Do Me, Baby è la ballata culminante del disco, è un pezzo di bravura con armonie sussurrate, piroette vocali acute, ululati elettrizzanti e una coda sorprendente che fa sembrare tutto il respiro pesante che lo ha preceduto una faccenda piuttosto triste: “ho così freddo. tienimi stretto.” È il tipo di tocco inaspettato che rende Prince una figura così affascinante. È giovane, ha solo 22 anni, e controlla ogni aspetto della sua fiorente carriera: nessun impresario ha plasmato un’immagine per lui. Una personalità complessa, che proietta una strana miscela di sfida e vulnerabilità. Può essere un libertino dagli occhi selvaggi – i suoi testi e la sua appariscente presenza scenica lo implicano – ma è anche un professionista attento, un perfezionista disciplinato e, a detta di tutti, un introverso dolorosamente timido.

Geoffrey Himes, del Washington Post racconta come Prince abbia la più potente gamma di talenti grezzi arrivata nel rock’n’roll da diversi anni. La sua voce fantastica andava senza sforzo dal falsetto più seducente al più autorevole baritono e i suoi assoli di chitarra combinavano un assalto metallico con un controllo preciso. Ha recitato alcuni dei suoi testi inebrianti come un mimo, incluso uno spogliarello su “Do Me, Baby.”