Tratto dal mio libro: “Manca sempre uno per fare Trentuno (Ventuno)”
Nel 1989 nella mia vita c’era solo la musica. C’era solo scrivere canzoni e suonarle. Avevo separato le mie strade dall’amico che voleva suonare con me e ne avevo trovato un altro che sembrava avere tutte le caratteristiche per diventare la mia principale ispirazione: Prince. Di Prince non m’interessavano molto le escursioni erotiche, le conquiste femminili o le immagini effeminate che trascinava con se. Mi interessava il suo modo di approcciare lo strumento musicale, quale che fosse. Avevo una sensazione: Prince aveva già capito tutto e poteva insegnarmelo.
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