Rolling Stone propone una compilation tutta dedicata a quei brani nascosti nella produzione di Prince.
“Jack U Off,” on Controversy (1981)
“One Of Us,” on Emancipation (1996)
“Lady Cab Driver,” on 1999 (1982)
“Mad Sex” on New Power Soul (1998)
“Anna Stesia,” on Lovesexy (1988)
“Pheromone,” on Come (1994)
“Endorphinmachine,” on The Gold Experience (1995)
“P. Control” on The Gold Experience (1995)
“Cinnamon Girl,” on Musicology (2004)
“My Computer,” from Emancipation (1996)
“Everyday Is a Winding Road,” from Rave Un2 The Joy Fantastic (1999)
“I Like It There,” on Chaos and Disorder (1995)
Giorno: 1 agosto 2007
Inizia stasera a Londra
Oggi, primo agosto 2007, iniziano i 21 concerti di Londra.
Visto che molti di noi ci andranno, in diversi momenti, cercheremo di seguire le critiche allo show.
Approfondimenti: BBC – ITN (con video)
Censurato un giornalista americano per colpa di Prince
Il “Los Angeles Times ha deciso di cancellare un editoriale di Patrick Goldstein, nel quale il giornalista chiedeva al suo quotidiano di seguire l’esempio del britannico Mail on Sunday […] che l’ha visto arrivare in edicola a metà luglio con il cd “Planet Earth”, il nuovo album dell’artista di Minneapolis, in allegato gratuito. L’operazione ha permesso al giornale [Mail on Sunday] di vendere quasi tre milioni di copie e sembra abbia portato circa cinquecentomila dollari nelle casse dell’artista. Un risultato tutt’altro che trascurabile, spiega Goldstein, per due industrie in piena emorragia di lettori (quella dei giornali) e di acquirenti (quella discografica).
Goldstein non è stato l’unico giornalista a commentare positivamente l’iniziativa del Mail on Sunday. Anzi, la distribuzione gratuita del cd di Prince è stato uno dei temi caldi delle scorse settimane in fatto di musica, nuove tecnologie e orizzonti futuri. A far risaltare l’articolo del giornalista californiano ci hanno però pensato i redattori del suo quotidiano, che hanno deciso di cestinarlo poche ore prima della pubblicazione, sembra per non dare troppo fastidio alle major discografiche, ben presenti con i propri quartier generali nell’area di Los Angeles e ancora fondamentalmente contrarie a regalare la propria musica.”
Approfondimenti: l’articolo completo di Goldstein in inglese – fonte La Stampa