Quei quattro brani, messi uno dietro l’altro senza un attimo di pausa, all’inizio di Parade erano e rimangono ancora oggi un grande momento musicale. Nei primi tre, Prince accantona le melodie e preferisce sottolineare con la ritmica ciò che vuole trasmettere. Poi arriva il piano che a forza di semitoni si fa strada nella tenerezza della canzone.
Prince inizia con Parade il suo tragitto nel mondo delle ritmiche, le grancasse non sono programmate a caso, ma sempre secondo una costruzione che prevede di lasciare l’ascoltatore senza fiato. Come uno che ti stringe la mano con la mano sinistra.
Ecco cosa mancherà al Prince di questi giorni, fin dagli anni novanta, la voglia di ricercare. Di stupire l’ascoltatore, mentre quasi tutto quello che produce oggi sembra registrato alla prima stesura, senza quella pre-produzione che una volta faceva parte del modus operandi di Prince.