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Guardare Whitney pensando a Prince

In questi giorni di relax al cinema c’è il film “Whitney Houston – I Wanna Dance With Somebody” (link imdb), intitolato in italiano: “Whitney – Una Voce Diventata Leggenda” (ma chi è che banalizza in italiano dei film stranieri?). Il film, uscito a 10 anni dalla sua morte e a 30 anni dal film The Bodyguard, rientra nella categoria delle biografie (o biopic) e, considerando l’argomento, diventa ben presto un film musicale. Non manca il dramma, perché sono diversi i momenti dove si ricostruiscono le performance canore di Whitney incrociando le note vicende che hanno segnato la sua vita personale. Anche se è capitato, non è mio costume parlare di altri musicisti in queste pagine dedicate a Prince. Con Whitney Houston faccio un’altra eccezione con questo post che potete leggere qui.

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blog · Traduzione

Prince: desiderio e libido

Gaviscon (preventivo)

Insomma… è la vigilia e – a differenza degli altri anni – la trascorro tranquillo, aspettando che il reflusso faccia il suo corso. Vaccinato sono vaccinato, tetravalente e modeRNA, mi rimane da scrivere un post per Trentuno Ventuno. Sul sito mdzol.com ho trovato un bel articolo che merita di essere tradotto (e editato) e che è il nostro (piccolo) regalo: buona lettura. S&G

Ci sono tanti grandi artisti di cui non potrei mai appassionarmi, so che sono enormi e super talentuosi ma non so perché mi costa ascoltarli: un misto di pigrizia e un suono che al primo ascolto non mi fa innamorare , Non potrei mai entrare in quelle porte. Mi capita con artisti come Patti Smith, Dave Mathews o Joni Mitchel, per dirne alcuni. Sono come quei difetti che uno ha, che vuole superare ma non può. Per questo mi è venuto in mente che sarebbe bene approfittare di questo spazio per chiedere ad alcuni amici di consigliarmi quegli artisti che mi potrebbero piacere. Oggi parto per vedere la famiglia ed è per questo che ho chiesto a Vicu Villanueva , cugina e amica, compositore, influencer e molto abile con la musica che mi parlasse di Prince, che so che ama. 

(continua qui sotto)

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blog · Mostra Dopo La Pioggia

Monster diary pt.1

(diario della mostra)

I due giorni di allestimento mi hanno distrutto. Sono stato travolto dall’emozione e sono partito come un razzo. Ma anni di “lavoro” davanti a un computer mi hanno trasformato in una mammoletta; quando c’è da darsi da fare veramente con martello, ramazza e chiodi perdo le forze. Poi mi guardo in giro e vedo l’energia e il sentimento che abbiamo portato in questo luogo e riprendo a lavorare.

Corriamo avanti e indietro, perché abbiamo solo un martello, le puntine sono nella scatola e dobbiamo ancora decidere quale ricordo giallo vorremmo appendere. Avevamo contato una ventina di foto, ma è così complicato sceglierle. Non è complicato. È impossibile. Se Artepassante c’avesse dato altro spazio saremmo andati avanti fino alle soglie della fermata di San Babila.

All’ultimo momento mi rendo conto che manca la musica. Portiamo l’ingombrante lettore cd o le casse neroazzurre senza fili? Ma sono scariche, diamine! (Beh, non ho proprio detto diamine…). In auto usiamo Spotify per creare una playlist per la mostra. La regola è semplice: un brano per ogni disco. Ci sono With You (la nostra canzone), The Morning Papers, Condition of the Heart, Electric Intercourse.

Arriviamo ma è ancora chiuso. Allora, via a prendere le chiavi. “Il suo nome?” mi chiede il tipo della stazione. Sbrigate le formalità, con le chiavi corriamo ad aprire. C’è da rifinire la recinzione di Paisley Park. È bellissima! È uguale a quella di Chanhassen dei primi giorni di giugno. Provo lo stesso senso di assenza e di presenza; avremmo voluto sentire la sua musica in quel luogo suburbano. Tyka non ci ha mai risposto.

Francesco è il primo ad arrivare. Ci chiede “cosa avete provato quando eravate là?” Quel luogo, gli dico, è immenso per un uomo così piccolo. L’ha costruito solo con la sua immaginazione. Ancora mi guardo in giro. Guardo le foto e cerco uno scatto che riesca a far capire alle persone le dimensioni di Paisley Park. Poi, gli vorrei dire, che strano pensare che alla fine ci viveva da solo. Come un anziano nonno in compagnia dei suoi ricordi. Da lì sono passati tutti. Kim Basinger, Madonna, Alicia Keys, Lenny Kravitz, le sue mille donne, Mayte e i loro sogni di una famiglia. E chissà quante altre storie che solo lui sapeva.

Due ragazze si fermano a chiederci notizie: “perché avete scritto che non festeggiava più il compleanno?” Sorrido dentro di me, perché sento che ha funzionato quella voglia di stuzzicare la curiosità verso Prince. Rispondiamo, quasi in coro e con l’aiuto di Francesco. Raccontiamo la storia dei Testimoni di Geova, del figlio con Mayte e dell’arrivo del cattivone che lo porterà sulla cattiva strada.

Arrivano altri amici fan di Prince come noi e entriamo in quel luogo surreale che Prince ci ha regalato. Quel senso di fratellanza, che avevo scoperto a Paisley Park. Abbiamo un amico in comune, che ci ha dato tanti bei momenti e ora non c’è più. Vorrei tanto raccontare la nostra storia. Ci sono le foto. Ognuno di noi ha un racconto. Li ascoltiamo diligentemente tutti. Ognuno racconta la propria storia come se fosse speciale. Come se Prince fosse solo suo. Tutti sono proprietari di un pezzetto di Prince. E mentre gli altri parlano mi viene in mente che la nostra mostra fotografica nasce proprio per dire agli altri che Prince è di tutt. Non solo nostro. Poi mi ricordo dell’immagine dell’entrata degli studi. 7501 Audubon Road. Del cartello.

Prince non c’è più.

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Prince su Spotify (ascolti e fan)

Post Analytics

Sono entrato in possesso di un account dell’applicazione Chartmetric.

Essere un musicista fallito ha i suoi vantaggi.

un musicista fallito fa questa fine

Chartmetric è un servizio che permette fare analisi sui dati che arrivano dai big data nel mondo dell’intrattenimento. Chartmetric usa i dati di Spotify, Youtube, iTunes, Amazon music e altri servizi di streaming. Aggrega le informazioni con quelle dei Social Media (Instagram, Facebook, Twitter). Da questo pandomonio di dati, tira fuori delle analisi, che gli americheni hanno già chiamato analytics.

Geniali.

geniale!

Prince, per dire, ha una forte e nutrita popolazione di fan su Spotify, superando gli 8 milioni di fan. Madonna ne ha poco più di 4 e MJ più di 14 milioni. Alla faccia delle merendine del mulino bianco…

Purtroppo, i fan di Prince su Spotify non sembrano essere degli affezionati ascoltatori.

WTF

Guardate questa statistica:

Conversion Ratio di Prince su Spotify. Fonte: chartmetric.com

La linea verde continua, che inesorabilmente scende da marzo ad oggi, racconta il Conversion Ratio della musica di Prince su Spotify.

Il Conversion Ratio è il rapporto tra il numero di fan e gli ascoltatori. Come dicono quelli di Chartmetric, il rapporto d’ascolto può essere relativo a un interesse molto attivo o recente, oppure a una popolarità passiva e da un solo ascolto.

In altre parole, è il rapporto tra quelli che seguono Prince su Spotify e quelli che effettivamente ascoltano la sua musica.

Come si vede bene dal grafico, all’inizio (intorno al 22 marzo) il rapporto era sopra il 50%. Oggi 23 giugno siamo intorno al 48%.

Capisch?

Tutto chiaro? 🙂

Come mai questa differenza negativa? In questo periodo il numero di fan di Prince su Spotify è passato dagli 8 milioni di fine marzo ai 9 milioni del 23 giugno. Un bel aumento di fan (circa 1 milione e 100 mila in più). Purtroppo, però, a questo aumento di fan non è corrisposto un aumento di ascolti. Prince in questi 3 mesi ha aumentato gli ascolti di solo 200mila brani (erano 4 milioni e 200mila il 23 marzo e 4 milioni e 400mila il 23 giugno).

Se l’è sucess?

Come mai l’ascolto della musica di Prince non sembra aumentare con l’aumento dei fan?

Provo a fare un’ipotesi, quella delle playlist.

Guardate il numero di playlist che contengono brani di MJ, Madonna e Prince:

  • MJ: 64.483
  • Madonna: 42.332
  • Prince: 26.616

Quindi, consiglio per Prince Estate: “intervenite su chi prepara le playlist su Spotify!” Ricordate: diventare fan di Prince su Spotify non porta soldi a Prince Estate, ma ascoltare la sua musica, sì.


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