blog

La storia del Blue Tuesday

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

Clicca qui per ascoltare il podcast

Il primo di dicembre 1987

Su una cosa siamo tutti d’accordo: il periodo che va da For You a Lovesexy è il momento più interessante di Prince. Come mai Prince dopo il Lovesexy abbia perso il suo tocco magico non è facile da comprendere. Da allora, Prince perde l’iniziativa, lascia ad altri musicisti di minore talento il controllo delle produzione e degli arrangiamenti. Diventa più uomo d’affari e meno musicista.

Ma cosa è successo prima?

Fu forse colpa dello scioglimento dei Revolution? Del fallimento della società Wendy, Lisa, Susannah & Prince? O per colpa di Cat ed Ingrid Chavez?

Da 1999 a Sign o’ the times l’apporto musicalmente e umanamente più importante è sicuramente quello di Wendy & Lisa (a vari titoli). Prince scrive Purple Rain e poi permette a Wendy di rivedere l’introduzione alla chitarra; lei aggiunge un accordo di quarta di qui e una settima di là.

Quando Prince va a fare incetta di premi agli American Music Awards, come abbiamo visto l’altro giorno, alla prima statuetta non dice nulla, alla seconda Wendy prova a inventare un discorso di ringraziamento. Alla terza statuetta lui dice: “4 all of us life is death without adventure and adventure only comes to those who r willing 2 B daring and take chances”

Per tutti noi la vita è morte senza avventura e l’avventura si presenta solo a coloro che sono disposti a osare e a correre rischi

Prince agli American Music Awards

Prince sembra adottato da Wendy e Lisa, che lo spingono sempre di più verso quella avventura. Ma lo tengono, forse, troppo nella bambagia.

Quando le Girlbros si allontanano (volontariamente?) da Prince, lui stordito sembra rincorrere chi è intorno a lui. Così come faceva con Wendy & Lisa.

È, martedì, il primo di dicembre 1987 (The Last December?) e Prince passa dall’hotel dove vive Cat. Cat, che gli aveva parlato degli effetti di droghe come l’extasy, gli offre un pillolina pare fornita da Anthony Kiedis dei Red Hot Chili Peppers, con una raccomandazione: “sei così piccolo, prendine metà”. Prince non l’ascolterà e ingoierà la pillola intera. Tornato alla limousine che l’ha portato da Cat, si dirige verso una discoteca.

La discoteca dove Prince finisce è il Rupert’s Nightclub (chiuso dalla fine degli anni novanta). Manca poco più di una settimana all’uscita del Black Album e Prince, come consuetudine, fa suonare qualche brano del nuovo lavoro per vedere la risposta del pubblico. Poi si mescola alla folla e viene coinvolto in una fitta conversazione con una cantautrice, poetessa di poco più di vent’anni. Lei è Ingrid Chavez ed è reduce da una sfortunata collaborazione musicale a Minneapolis, dove si era trasferita. Così come Prince, anche la Chavez è cresciuta in una famiglia molto religiosa. Da adulta, però, avrebbe cercato nuove risposte al di fuori dei confini di qualsiasi specifica religione. I due sono affascinati l’uno dall’altra e dopo un po’ si trasferiscono al Paisley Park, dove continuano la conversazione parlando di questioni come la religione, l’amore e la vita. Prince, però, non sta bene di stomaco e sparisce. In attesa di capire come sarebbe finita la notte, Ingrid rimane negli studi.

Verso le 01:30 del mattino Karen Krattinger, assistente nei tour di Prince, riceve una chiamata telefonica. Stranamente emozionato, Prince le chiede scusa per essere stato severo con lei e dice: ti voglio bene.

Nelle prime ore del mattino Prince chiede di andare a Paisley Park anche a Susan Rogers, il tecnico del suono con cui aveva lavorato fino a Sign o’ the times. Sono le due del mattino. Susan entra nella sala prove, dove non trova nessuno tranne un paio di candele rosse. Qui sente una voce di donna: “cerchi Prince?” Era Ingrid. “dovevo incontrarlo alle 2” risponde Susan. “beh, è qui da qualche parte” conclude Ingrid.

Mentre la Rogers esce dalla stanza, si trova faccia a faccia con Prince. Probabilmente fatto. “Le sue pupille erano dilatate e non l’avevo mai visto così”. Prince le si piazza vicinissimo e le chiede: “volevo solo sapere: mi vuoi ancora bene?” Susan risponde spaventata: “ti voglio bene e so che tu lo vuoi a me”, ma alla domanda di Prince: “rimani?” Susan risponde uscendo: “No, buona notte”

Finalemente era riuscito ad andare oltre i Revolution, ma da quel martedì Prince non fu più Prince.

Alcuni giorni dopo quel 1 dicembre 1987, Prince contatta il presidente della Warner Bros. Mo Ostin ed insiste sul fatto che il Black Album, che sta per essere pubblicato, deve essere fermato. Alla fine Ostin cede a Prince, ma fermare la pubblicazione del Black Album diventa un incubo per la Warner. 500Mila album e musicassette che devono essere distrutte. Pronte per essere mandate ai negozim le poche copie che sfuggono alla distruzione diventano introvabili.

Dal punto di vista della Warner, The Black Album è emblematico delle preoccupazioni della major a proposito della carriera di Prince. Le scelte di Prince sembrano andare nella direzione di allontanare il pubblico, invece che aumentare le vendite; il suo materiale è sempre meno accessibile. La Warner vorrebbe riportarlo ai successi di Purple Rain. Ciò che ottenne, invece, è The Black Album.

Poco dopo Prince si butta nella registrazione del Lovesexy, concepito come un documento della sua epifania spirituale, che però prevede una importante ruolo per Ingrid Chavez, il che meravigliò i collaboratori di Prince. I membri della band sembrano confusi dal testo del brano Lovesexy e Prince lo registra nuovamente per chiarire il significato.

Non capii il significato della parola Lovesexy e neppure la gente lo capì”

Eric Leeds

Il tourbook di Lovesexy contiene un esplicito riferimento a quel Blue Tuesday:
“… Camille rocked hard in a funky place. Stuck his long funk in competition’s face. Tuesday came. Blue Tuesday. His canvas full and lying on the table. Camille mustered all the hate that he was able. Hate 4 the ones who ever doubted his game. Hate 4 the ones who ever doubted his name.
Tis nobody funkier let the Black Album fly”. Spooky Electric was talking, Camille started to cry. Tricked. A fool he had been. In the lowest utmostest. He had allowed the dark side of him to create something evil. 2 Nigs United 4 West Compton. Camille and his ego. Bob George. Why?
Spooky Electric must die. Die in the hearts of all who want love…”

“… Camille si è scatenata in un luogo funky. Ha infilato il suo lungo funk in faccia alla concorrenza. Arrivò il martedì. Martedì blu. La sua tela era piena e giaceva sul tavolo. Camille raccolse tutto l’odio di cui era capace. Odio per chi ha sempre dubitato della sua musica. Odio per chi ha sempre dubitato del suo nome. Non c’è nessuno più divertente che faccia volare il Black Album”. Mentre Spooky Electric parlava, Camille iniziò a piangere. Ingannata. Era stata una sciocca. Nel più basso dei modi. Aveva permesso al suo lato oscuro di creare qualcosa di malvagio. Alle notti unite per West Compton. Camille e il suo ego. Bob George. Perché?
Spooky Electric deve morire. Morire nei cuori di tutti coloro che vogliono l’amore…

Dal tourbook di Lovesexy

In origine questo post l’ho pubblicato il 6 febbraio 2011. Oggi – dopo 11 anni! – l’ho rivisto e in parte riscritto.

Qui la mia Lista dei desideri di Amazon

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.